Joe Bastianich all’anagrafe è Joseph, ma per la madre è Giuseppe e Giuseppino per la nonna. Il racconto del legame con l'Italia che gli ha cambiato la vita e l'ha reso una star

Joe Bastianich, imprenditore nel settore della ristorazione e giudice di MasterChef Usa e Italia

Se tutti questi nomi a molti avrebbero quantomeno creato una crisi d'identità, a Bastianich sono serviti per avere chiare, sin da subito, le tante contaminazioni che gli scorrevano dentro. Figlio di esuli istriani emigrati a New York, il rapporto col Bel Paese non è subito facile. L'italian-inglese dei familiari, il panino con la trippa che ogni tanto spunta fuori dal suo lunchbox, la nonna che lo chiama addirittura Giuseppino. Ma è quando scopre le colline di Montalcino e il fascino di Milano che comincia a capire che l'Italia non è solo quella vista da New York. È per questo che decide di girarla in lungo in largo, per un anno, per poi tornare in America e diventare un restaurant man di successo. Sarà l'edizione italiana di MasterChef, infine, che salderà l'amore tra Joe e gli italiani. Una biografia che sembra quasi un romanzo, dunque, quella contenuta in Giuseppino, scritta a quattro mani da Bastianich e Sara Porro.


Cosa significano nella sua vita di adulto due persone come sua madre Lidia e sua nonna Erminia?

«Sono sicuramente due grandi punti di riferimento nella mia vita, da sempre fonte di ispirazione professionale ma non solo. Sono due donne dal carattere molto diverso ma entrambe riescono ad accomunare grazia, forza e dignità».


Oltre a sua nonna, chi altro lo può chiamare oggi Giuseppino?

«Assolutamente nessun altro… Almeno non senza il suo permesso».


Il suo primo ricordo legato all'Italia.

«Le vacanze estive passate con la mia famiglia. Dopo l’apertura di Felidia, a Manhattan nell'81, giravamo su e giù per l’Italia alla ricerca di prodotti tipici di qualità, assaggiando vini e provando i più grandi ristoranti del momento, potevamo provare anche 3 o 4 ristoranti al giorno ordinando antipasto e primo in un posto e spostandoci per il secondo e il dessert. Ripensandoci dovevamo essere un vero incubo per i ristoratori italiani!»


Da ragazzo però rinnegava le sue origini italiane. Come ha cambiato opinione su questo aspetto?

«Mi ci è voluta una pura crisi esistenziale. Dopo una vita passata a NY e un anno in viaggio per il Bel Paese, da solo a bordo di una scassatissima Fiat Croma mi sono reso conto di cosa significasse veramente per me l’Italia».


Il suo italiano in alcuni casi è comico ed è uno dei motivi per cui molti italiani si sono affezionati a lei. Ci sono delle parole americane che non pronuncia da perfetto statunitense per cui anche lì sorridono?

«Essendo nato e cresciuto in America per me l’inglese è la lingua madre, quindi direi decisamente no. È curioso che una parola come “espresso” mi crei invece difficoltà in entrambi i Paesi, pronunciandosi in modo diverso se sto ordinando un caffè in Italia o sulla costa statunitense».

Il peggior piatto che ha assaggiato durante il suo arduo compito di giudice di Masterchef.

«Purtroppo ce ne sono stati molti, non li ricordo tutti ovviamente ma a vincere il primato è stato di sicuro un piatto di alligatore così pessimo che ancora oggi, al ristorante, fatico ad ordinarlo».


Negli ultimi anni, il tipico fast-food americano - l'hamburger - è sbarcato nel nostro Paese. Ma non come aveva fatto negli anni Ottanta, piuttosto arricchito e reso gourmet. Cosa ne pensa e qual è la variante migliore che ha potuto assaggiare?


«Beh, penso sia una contaminazione interessante, se fatta con criterio. A Orsone, l’unico nostro ristorante in Europa, oltre al bed e breakfast e al ristorante gourmet, abbiamo dato vita a La Taverna. Qui, con un approccio più casual e internazionale, serviamo diversi tipi di sandwich e food tipico degli Usa, tra cui proprio quello che per me è l’hamburger migliore. Il segreto sta nella giusta proporzione tra carne, pane e morbidezza. Ma non voglio svelarvi troppo».

 

In alto, Joe Bastianich imprenditore nel settore della ristorazione e giudice di MasterChef Usa e Italia