Gli italiani amano piatti semplici e genuini ma prestano sempre più attenzione alla freschezza dei prodotti e alla loro origine. Antonella Clerici è ambasciatrice del gusto in cucina e in tv
Dopo quindici anni “in cucina” Antonella Clerici inizia una nuova avventura nel campo del food come imprenditrice, con Casa Clerici, la prima catena di ristoranti che porta il suo nome. Una sfida personale per la conduttrice che ricorda come, solo pochi anni fa, nessuno avrebbe scommesso sull’idea de La Prova del Cuoco, una trasmissione di cucina, e ora, il palinsesto ne è pieno.
Cosa ci aspetta all’interno di Casa Clerici e come metterà in campo la sua esperienza di tanti anni trascorsi in cucina?
«Ho aspettato che i tempi fossero maturi, non è un ristorante tradizionale che rispecchia la mia personalità di artista. È come se fosse un piccolo format, molto colorato, molto casa mia, come uno se la immagina dove prevale il rosa, il colore in generale. Bisogna venire a vederlo, secondo me non esiste un locale concepito in questa maniera. È un concept moderno dove tutto ciò che mangi si può comprare, insieme a dei prodotti esclusivi, creato appositamente per Casa Clerici».
Ha ricoperto il ruolo di ambassador per Expo 2015. Cosa significa il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e come viene rispettato anche in cucina?
«È una filosofia da rispettare anche tra i fornelli. Ad esempio rientrano tra le buone pratiche il riciclo e il rispetto del cibo, abitudini che vanno insegnate ai nostri figli».
In tanti anni alla conduzione de La prova del cuoco quali insegnamenti, venuti da cuochi o dallo stesso pubblico della sua trasmissione, ha più fatto suoi in tema di alimentazione e salute?
«La conoscenza fa la differenza. Ho imparato a conoscere i prodotti e la loro origine perché la salute inizia dalla spesa».
Cibo e tv. Perché rimane un binomio vincente in tv, come si comunica agli spettatori più grandi e più piccoli?
«Si comunica sotto forma di gioco e di show, così è sempre stato a La prova del cuoco. Ho cresciuto tanti bambini che ora sono adolescenti che hanno mangiato tutti i giorni in mia compagnia».
Come sono cambiati i gusti degli italiani a tavola, quali rimangono i piatti più apprezzati e quali sono invece il suo vino e piatto preferito?
«Credo che i gusti non siano cambiati, forse si cerca di fare attenzione alla forma e alla la salute, ma gli italiani restano comunque dei grandi buongustai che prediligono i piatti tradizionali. Il mio piatto preferito sono gli spaghetti al pomodoro, ma quelli fatti bene. Tra i vini amo bere un Lambrusco, per accompagnare delle buone fette di salame, e un Teroldego per un piatto più elaborato. Ma nel mio cuore ci sono anche altri piatti, come il riso giallo, che mi ricorda la mia infanzia».