Una cucina raffinata ed elegante, sapori sempre riconoscibili che rimandano alla tradizione. È la proposta dello chef Andrea Berton che cattura il palato e la vista

Ha recentemente conquistato i 3 cappelli dalla Guida Ristoranti d’Italia 2016. Un riconoscimento ottenuto anche grazie al fatto che al ristorante di Andrea Berton, come assicura lo chef, è possibile vivere un’esperienza a 360 gradi, «l’offerta gastronomica, il servizio, la cura dei dettagli e il design contribuiscono a rendere ancora più gradevole l’emozione di assaggiare un piatto».
Come coniuga nei suoi piatti tradizione e innovazione e quanto cura l’aspetto estetico oltre che quello gustativo?
«È importante conoscere e prestare fede alla tradizione, accostandola a nuove idee. L’aspetto estetico va curato ma, nella maggior parte dei casi, un piatto bello e presentato bene e anche buono, occorre dedicare tempo alla qualità dei piatti e all’assemblaggio degli ingredienti. I canestrelli con la crema di liquirizia sono rappresentativi di questa fusione, qui con degli accostamenti inusuali si mantiene alto il livello di estetica e gusto».
Quale pensa possa essere il lascito dell’Esposizione universale per i ristoratori?
«L’Expo è stato importante perché ha messo in evidenza il vero valore del mondo del cibo. L’Italia però dovrà continuare a valorizzare il food e le materie prime che fanno parte della sua cultura. Finalmente il turista che visiterà l’Italia non verrà solo per le bellezze paesaggistiche e per l’arte ma per scoprire la cucina italiana».
Perché ha scelto il caffè come ingrediente rappresentativo e come lo ha presentato ad Expo?
«Perché è un ingrediente che tutti conoscono, ma come bevanda. Io ho voluto dimostrare invece che si può utilizzare anche in cucina, persino in piatti salati».
Andrea Berton, chef del ristorante Berton a Milano e ambassador Expo 2015